Fonte: http://www.strategic-culture.org/pview/2010/10/11/russia-resets-with-u.s-sprints-with-china.html 11.10.2010
Il seguito di un vertice tra grandi potenze, a volte, può risultare più eccitante del vertice stesso. Non appena il vertice sino-russo (26-28 settembre) si è concluso a Pechino, di getto il presidente russo Dmitrij Medvedev sbarcava a Petropavolosk-Kamchatsky, una città incredibilmente eterea, alla fine del mondo, arroccato in alta collina circondata da vulcani fin dove è possibile agli occhi vedere. Ma lui non si stava godendo il paesaggio. E’ stato un semplice scalo, a causa del maltempo Medvedev non ha potuto procedere per Juzhno-Kurilsk, l’isola del Pacifico che Tokyo sostiene essere un suo territorio. E poi, non prima di essere di nuovo al Cremlino, Medvedev ha ricevuto una telefonata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama – per informarlo personalmente che Washington era soddisfatta delle credenziali della Russia per essere ammessa come membro dell’Organizzazione mondiale del commercio, il mainstream del commercio mondiale, da dove Mosca è stata tenuta fuori dall’Occidente grazie alla guerra fredda.
Le due ricorrenze scollegate, effettivamente formano un sequel del vertice sino-russo. La decisione del Presidente Medvedev di visitare le isole Kurili, arriva sulla scia delle agguerrite pretese del Giappone con la Cina per delle dispute territoriali. Tokyo, ovviamente, vi si è proiettata. Il primo ministro Naoto Kan ha prontamente ricordato che le Kurili della Russia costituiscono parte integrante del Giappone. Tokyo ha compiuto un’iniziativa diplomatica. Il ministro degli Esteri Seiji Meihara, ha avvertito di “seri ostacoli” alle relazioni Giappone-Russia. Eppure, il linguaggio del corpo di Mosca è stato esplicito – ha gentilmente richiamato l’attenzione sulla sua disapprovazione per la belligeranza del Giappone nei confronti della Cina riguardo al contestato Mar Cinese Orientale. Mentre in Cina, il signor Medvedev ha celebrato il 65° anniversario dell’alleanza sovietico-cinese nella guerra contro il Giappone (1936-1945) e utilizzato un linguaggio forte per inviare la solidarietà della Russia – “L’amicizia con la Cina è la scelta strategica della Russia, è una scelta che è stata sigillata anni fa col sangue”, “L’amicizia tra i popoli russo e cinese, cementato dagli eventi militari, sarà indistruttibile e farà del bene alle nostre generazioni future“.
Mosca sa che dietro il Giappone si trovano gli Stati Uniti, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in un articolo sul cinese Renmin Ribao, in coincidenza con la visita di Medvedev in Cina, ha criticato questi “blocchi”, un retaggio della Guerra Fredda, che esistono ancora nella regione Asia-Pacifico e sono una “minaccia alla sicurezza nazionale, una fonte di divisione, di sospetti e di reciproca diffidenza.” Criticava gli Stati Uniti che prevedono di implementare sistemi di difesa antimissile (ABM), in Giappone. Gli analisti di Mosca hanno avvertito che l’ABM rappresenta una minaccia per la Russia e la Cina. La risposta della Russia a ciò che gli strateghi oggi chiamano il “ritorno in Asia” degli Stati Uniti non è conflittuale, ma ha anche inequivocabilmente affermato che la strategia statunitense di formare una coalizione dei volenterosi, di paesi asiatici ‘collusi con gli USA’, sotto la leadership di Washington, rifletta un pensiero negativo.
Come critica dettagliata delle imprese in Asia-Pacifico degli Stati Uniti, l ‘articolo di Lavrov merita attenzione da Nuova Delhi. Inoltre, la visita in Cina di Medvedev ha sottolineato diversi aspetti, che hanno un rapporto con la traiettoria della formazione del triangolo conosciuto come “RIC” – Russia, India e Cina. In primo luogo, per la Russia, non è una questione di “aut, aut“. Essa applica con diligenza per il reset con gli Stati Uniti, ma non consentirà che il partenariato strategico con la Cina sia eroso. La lobby pro-USA a Mosca non si stancano mai di agitare lo spauracchio del “pericolo giallo” per la Russia, nel medio e lungo termine. Ma il Cremlino, che è immensamente esperto nella gestione dei rapporti con Washington, sembra comprendere che un forte rapporto con la Cina non può che rafforzare la sua influenza come potenza emergente, nel corso dei negoziati con gli Stati Uniti e l’Occidente.
La diplomazia russa va incontro con straordinario successo alla doppia partnership strategica del paese con la Cina, nei suoi fondamentali interessi nazionali nei settori strategici, politici ed economici, nonostante il fatto che la Russia sia consapevole delle ambivalenze della grande ascesa della Cina. Medvedev ha detto candidamente al Quotidiano del Popolo, che la politica estera russa si basa sul pragmatismo volto a promuovere i propri interessi nazionali e a rafforzare la sua diplomazia multi-direzionale. L’approccio russo trae lezione dall’approccio serio dell’India verso una sua normalizzazione con la Cina.
La cooperazione energetica è stato il leit motiv del vertice sino-russo. La Russia ha fatto finalmente il grande passo per esplorare le frontiere della cooperazione energetica – il numero uno al mondo della produzione di petrolio che va incontro al più grande consumatore di energia del mondo. Il vice primo ministro della Russia, Igor Sechin, l’ha detto succintamente: “Non ci sono praticamente limiti alla crescita dei consumi del gas in Cina. La Russia ha gas sufficiente per lo sviluppo dell’economia cinese.” I tentativi statunitensi, negli ultimi due decenni, per diversificare le importazioni di energia dell’Occidente dalla Russia, in modo di privare Mosca dello ‘strumento geopolitico’ per influenzare le politiche occidentali, si stanno rivelando inutili. Al contrario, lo spettro che perseguita l’Occidente è una Russia che drammaticamente diversifica le sue esportazioni energetiche, in modo da crea concorrenza tra l’Occidente e la Cina. Allo stesso modo, la Russia sta divenendo un partner “indispensabile” per la Cina. Essa fornirà 300 milioni di tonnellate di petrolio attraverso gli oleodotti, nel corso di un periodo di 20 anni, a partire dal 2011. I due gasdotti pianificati, si prevede trasporteranno 30 miliardi di metri cubi di gas in Cina. Da parte sua, la Cina sta consentendo alle aziende petrolifere russe di entrare nel suo mercato altamente lucrativo del commercio energetico al dettaglio.
L’alacrità con cui Obama ha chiamato il Cremlino e ha sventolato la bandiera verde dell’ammissione della Russia al WTO, dopo anni di indugi, ci parla dell’urgenza sentita a Washington per dare più mordente al reset con la Russia. La NATO ha invitato Medvedev a partecipare alle vertice di Lisbona a novembre, e la Francia ospiterà un vertice tripartito con la Germania e la Russia a ottobre. Tuttavia, il paesaggio deserto dei legami della Russia con l’Occidente è disseminato di ossa sbiancate delle carcasse su si basavano le speranze. Così, la Russia persegue anche i suoi legami con la Cina nel settore della difesa. “I risultati saranno presto noti“. Lavrov ha detto a Pechino che i due paesi stanno discutendo “progetti a lungo termine molto importanti” e, significativamente, ha aggiunto: “Noi [la Russia e la Cina] non abiamo alcun dubbio che la cooperazione tecnico-militare è uno dei più importanti settori della nostra collaborazione e del nostro partenariato strategico … Mi ripeterò: i piani sono molto ampi in questo campo“.
Quattro, la Russia apre le porte agli investimenti cinesi su larga scala per lo sviluppo delle sue regioni arretrate dell’Estremo Oriente e in progetti ad alta tecnologia. Un autorevole commentatore di Mosca ha scritto: “Per gli USA, la Cina è un ovvio rivale strategico… Ma la crescente dipendenza economica spinge questi due rivali a relazionarsi con cautela e in modo responsabile. Questo è il tipo di effetto che noi [Russia] dovrebbe trarre dalle relazioni russo-cinesi, in quanto visioni del mondo simili sono una questione meno sostanziale delle fabbriche o dei container in viaggio attraverso gli oceani … La linea di fondo è: sapremo approfondire le relazioni politiche attraverso l’economia … L’obiettivo chiave della politica russa è ora l’ammodernamento innovativo del paese … Gli sforzi che la Cina sta facendo per sviluppare la propria proprietà intellettuale di base sono enormi, e in generale, il centro dell’innovazione globale si sta spostando verso l’Asia che, ovviamente, include la Cina. Strategicamente, la Russia deve trarre nuove conclusioni“.
In effetti, Mosca non si fa illusioni che proprio come per la Russia, a Pechino, anche, i rapporti della Cina con gli Stati Uniti rimarranno una priorità della politica estera. Anche quando il signor Medvedev ha ricevuto la telefonata di Obama, l’ufficiale China Daily metteva in evidenza un commento che proponeva che la fase di stallo nei rapporti militari tra Cina e USA, “fossero portati di nuovo in pista, per un migliore sviluppo delle relazioni bilaterali, così come per la pace nel mondo. Né il governo sta considerando l’altro un nemico, né vuole un confronto militare. Le relazioni sino-statunitensi dovrebbero essere basate sulla dipendenza reciproca assicurata. Infatti, anche Mosca, da allora ha annunciato di prevedere di sottoscrivere un accordo vincolante con la NATO sul “reciproco contenimento militare“, e che sarà in seria considerazione la proposta dell’Alleanza per un congiunto sistema di difesa missilistica.
Ma il fondamento del partenariato strategico russo-cinese è la sensibilità che ogni parte mostrerà per le preoccupazioni e gli interessi vitali di base dell’altra. La Russia ha fortemente sostenuto la Cina sulle questioni di Taiwan e Tibet Xinjiang e ha mostrato il suo disappunto verso il Giappone. In una conferenza stampa congiunta con Medvedev, il presidente cinese Hu Jintao ha riconosciuto ciò, dicendo che “la Cina e la Russia mantengono la pace e la stabilità internazionale e promuovono il recupero globale, la salute e lo sviluppo stabile dell’economia mondiale.” Hu ha chiesto l’approfondimento del meccanismo bilaterale dei “negoziati sulla sicurezza strategica, mentre si sostengono a vicenda su questioni riguardanti i loro interessi fondamentali.”
Infine, hanno espresso le loro nozioni riguardo il “multipolarismo” o “policentrismo” del sistema globale, un ordine mondiale “democratizzato” o un rinnovato sistema finanziario internazionale, ecc., che veramente riflettono le strategie di lungo periodo dei due paesi’. In sintesi, sono diventati acutamente consapevoli dei loro interessi comuni. Questo è dove il formato trilaterale, il RIC, ha qualche ritardo da recuperare. Il nuovo modo di pensare a Nuova Delhi, creativamente manifestata sui molti fronti della politica estera negli ultimi tempi, deve anche prestare attenzione alla ragion d’essere del RIC, nel contesto regionale e internazionale.
(L’autore è un ex diplomatico).
The Hindu
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Traduzione di Alessandro Lattanzio
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